La prima centrale elettrica al mondo in grado di integrare la tecnologia solare termica a concentrazione con un impianto a ciclo combinato a gas naturale, sarà in funzione tra qualche mese in Italia, esattamente a Priolo Gargallo, a nord di Siracusa

I cantieri sono in piena attività. Si stanno montando gli specchi parabolici che cattureranno la luce del sole e la rifletteranno concentrata di ben 82 volte sul tubo ricevitore. Il calore generato andrà ad alimentare la turbina a vapore che opera associata alla turbina a gas nel ciclo combinato. Sarà così possibile ridurre l’impiego del gas naturale e abbattere le emissioni di anidride carbonica, il maggior responsabile dei cambiamenti climatici. L’impianto Archimede è un passo importante verso la realizzazione di un sogno, quello di sfruttare la luce del sole per produrre energia elettrica pulita su scala industriale e a costi competitivi.

Tale risultato è stato possibile grazie alla collaborazione tra un ente di ricerca l’ENEA e l’ENEL, e al coinvolgimento di aziende italiane altamente specializzate nella produzione di materiali e componenti innovativi. La centrale ENEL di Priolo è stata recentemente convertita a impianto a ciclo combinato a gas naturale proprio in vista dell’integrazione con la nuova tecnologia dell’ENEA. La sala controllo, dove i tecnici sono in grado di rilevare in tempo reale le condizioni operative della turbina a vapore sarà in grado di monitorare tutto l’impianto Archimede.

Ecco il campo specchi: 54 collettori da 100m , allineati in 9 file su 10 ettari di terreno. Ogni componente, dagli specchi parabolici al tubo ricevitore è stato ripensato e migliorato per aumentarne l’efficienza e consentire di mantenere elevate temperature di esercizio, necessarie per l’integrazione tra i due impianti.
Sulla superficie esterna del tubo ricevitore è stato applicato un rivestimento selettivo, in grado cioè di assicurare il massimo assorbimento della radiazione solare e la minima perdita di calore. Gli specchi sono montati su una struttura di supporto a nido d’ape per garantire estrema flessibilità e robustezza e ogni specchio si muove inseguendo il sole, grazie ad un sistema computerizzato di controllo.

Tra le tante innovazioni realizzate nei laboratori dell’ENEA, la più importante è il nuovo fluido termovettore, che trasporta il calore generato nel campo specchi ai serbatoi di accumulo e all’impianto termoelettrico. È una miscela di sali fusi composta da nitrato di potassio e di sodio. Viene utilizzata anche come fertilizzante e non è pericolosa, quindi, né per l’ambiente né per l’uomo, ma soprattutto è in grado di trasportare e conservare il calore fino alla temperatura di 550°, ottimale per la produzione di vapore.

Questi saranno i serbatoi di accumulo, un’altra importante innovazione del sistema, enormi contenitori isolati termicamente. Alla massima temperatura, di 550° , i sali saranno immagazzinati nel serbatoio detto caldo. Dopo aver ceduto calore per la generazione del vapore, saranno immagazzinati nell’altro serbatoio, detto freddo, alla temperatura di 290° e quindi re-immessi nel circuito. In questo modo il sistema sarà in grado di ovviare all’intermittenza del sole e continuerà a lavorare anche la notte.

Siamo ancora in una fase sperimentale, ma il salto verso la produzione industriale è solo questione di mesi.
Ed è un salto molto importante, perché se la più potente centrale di produzione di energia che l’uomo conosca è il sole, oggi la più grande sfida da affrontare è imparare come conservare e sfruttare la sua energia pulita per il benessere e lo sviluppo sostenibile di tutto il genere umano.


Visita alla centrale Enel di Priolo Gargallo. (a,b) Foto del gruppo Save my Energy con gli ospiti russi. (c,d) Alcuni dettagli delle turbine.  




Abbiamo visitato la realizzazione quasi ultimata del progetto solare termodinamico a concentrazione collegato ad una centrale termoelettrica tradizionale, per la precisione a ciclo combinato gas-vapore. In pratica abbiamo visto una lunghissima serie di grossi specchi parabolici con al centro un tubo. Dentro il tubo scorre del sale fuso, riscaldato dal sole fino alla temperatura di 550 gradi centigradi.

Tantissimo calore conservabile e utilissimo per produrre energia: il calore prodotto dal sole, infatti, sarà utilizzato per produrre vapore. Questo vapore, poi, verrà inserito nel ciclo combinato della centrale siracusana. In pratica, e in poche parole, più vapore viene prodotto con il sole e meno ne viene prodotto bruciando il gas. Meno carburante sprecato, più risparmio, meno emissioni in atmosfera. Per i dettagli visionate il video accanto che spiega il funzionamento attuale della centrale di Priolo e quello futuro con l’aggiunta del solare termodinamico.

Il solare termodinamico a concentrazione è un ottimo progetto. Non per niente Rubbia, premio nobel per la fisica, lo ha già esportato con successo in Spagna e molti altri paesi nel mondo si stanno attrezzando per sperimentarlo in abbinamento alle proprie centrali termoelettriche. Dal video si evince che il progetto di Rubbia nasce come integrazione, e non come sostituzione, della tecnologia tradizionale: per ottenere la stessa potenza di una centrale a combustibili fossili ci vorrebbe un’estensione di specchi enorme. In estate sarà pronta la prima parte sperimentale dell’impianto: 5 Mw sui 40 previsti. L'entrata a regime consentira' di acquisire esperienza operativa nell'utilizzo di questo tipo di impianti

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