9) ELABORATI DI PROGETTO (C.M. 2495/1954, parte
II^, p. 2)
Gli elaborati di progetto, debitamente firmati da un
ingegnere o da un architetto sono i seguenti:
La scala di rappresentazione consigliata é
1:100.000 o 1:50.000 per i Comuni più grandi, mentre per i Comuni più piccoli risulta
sufficiente la scala 1:25.000. E opportuno mettere in evidenza la rete delle
principali vie di comunicazione a scala regionale.
Qualora lambito territoriale in cui ricade
il Comune è regolato da un P.T.C., deve esserne riportato lo stralcio degli elaborati
più significativi ,ai sensi dellart. 6 della L.U. che impone di uniformare ad esso
le previsioni di P.R.G.
planimetria in scala non inferiore a 1:10.000, di
tutto il territorio comunale, con lindicazione dello stato di fatto esistente, e
cioè: altimetria del terreno, edifici esistenti con distinzione di quelli pubblici,
manufatti industriali, aree demaniali, immobili soggetti a tutela monumentale o
paesistica, zone sottoposte a vincoli di natura diversa, ed altri elementi di particolare
interesse urbanistico; inoltre dovrà essere indicata la toponomastica.
Generalmente, lo stato di fatto viene rappresentato
attraverso un insieme di tavole, in scala opportuna e comunque non inferiore a scala
1:10.000 (nella Regione Sicilia é fatto obbligo di riportare lo stato di fatto,
limitatamente al centro abitato ed alle frazioni, in scala 1:2.000):
rappresentazione plano-altimetrica del territorio
(tavoletta I.G.M. o rilievo aerofotogrammetrico);
planimetria in cui si evidenziano le
caratteristiche tipologiche degli edifici, il loro stato di conservazione, la tecnica
costruttiva (muratura, c.a., acciaio, miste), la loro consistenza (con particolare
riguardo al numero di elevazioni fuori terra), la loro destinazione duso;
planimetria, preferibilmente a scala catastale, in
cui si evidenzia la rete distributiva delle attività commerciali, della sua
localizzazione e consistenza (si ricorda che la L. 426/1971 e la legislazione successiva
impongono ai Comuni di dotarsi di piani commerciali le cui prescrizioni debbono essere
recepite dal piano regolatore) ed artigianali;
planimetria in cui si evidenziano le aree
demaniali (comunali, provinciali e statali) e gli edifici pubblici;
planimetria in cui si evidenziano i vincoli sul
territorio (militare, forestale, idrogeologico, etc...) e gli immobili e le aree soggette
a vincolo monumentale, storico, artistico o paesistico;
planimetria, preferibilmente a scala catastale,
con la perimetrazione delle zone urbanizzate, parzialmente urbanizzate e non urbanizzate,
in cui si evidenziano i servizi e gli impianti tecnologici (metanodotti, elettrodotti,
acquedotti, fognature, depuratori, etc...);
Le tavole relative allo stato di fatto (di cui si é
riportato un elenco esemplificativo conforme con le indicazioni della C.M.) possono essere
raggruppate e ridotte in numero (soprattutto nei piccoli centri) purché la lettura dello
stato di fatto risulti essere chiara ed efficace.
la divisione del territorio in zone in rapporto
alle rispettive destinazioni (residenza, industria, sport, agricoltura, assistenza e cura,
etc...);
lindicazione delle aree destinate a formare
spazi di uso pubblico o sottoposto a speciali servitù;
lubicazione delle sedi degli edifici
pubblici o di uso pubblico nonché delle opere ed impianti dinteresse collettivo;
le zone in cui il patrimonio edilizio si presenta
in condizioni di particolare degrado e si rende necessario un intervento di recupero
edilizio ed urbanistico ai sensi della L. 457/1978;
strutturazione dellapparato commerciale
indicante le superfici destinate alla vendita, con riferimento ai diversi settori
merceologici, i centri commerciali, etc...;
piano della viabilità, redatto preferibilmente a
scala catastale, con lindicazione della rete stradale principale e delle altre vie
di comunicazione (ferroviarie, navigabili, etc...);
planimetrie particolari in scala maggiore di
quelle indicate alla precedente lettera c), là dove sia opportuno - come nel caso di zone
abitate da sistemare o da trasformare - un maggior dettaglio degli elementi di cui alla
suddetta lettera;
perimetrazione delle aree residenziali, produttive
e di uso pubblico, e relativo conteggio, per la verifica degli standards urbanistici;
planimetria, preferibilmente a scala catastale, in
cui si evidenzia la divisione del territorio nelle zone territoriali omogenee ai sensi
dellart. 2 del D.M. 02.04.1968, n. 1444, per la verifica degli standards urbanistici
e delle distanze tra i fabbricati;
tabella di verifica degli standards urbanistici
per ciascuna zona omogenea;
planimetria delledificabilità, redatta alla
stessa scala del piano di azzonamento, contenente le zone edificabili a mezzo di semplice
concessione edilizia distinte da quelle in cui ledificazione é sottoposta alla
presenza di piani attuativi approvati;
planimetria delle attrezzature (esistenti e di
progetto), preferibilmente a scala catastale, con lindicazione delle aree destinate
allistruzione, alle attrezzature sociali e sportive, al verde pubblico attrezzato ed
ai parcheggi;
norme urbanistico-edilizie di attuazione,
precisanti i caratteri e le limitazioni di zona (indice di sfruttamento edilizio), nonché
i vincoli attinenti alle particolari servitù, e contenenti gli elementi atti ad integrare
il Regolamento edilizio comunale ai sensi dellart. 33 della L.U. In genere le norme
di attuazione riguardano, per ciascuna zona:
altezze dei fabbricati;
numero dei piani fuori terra;
distanze dai confini e dai cigli o assi stradali;
le distanze tra i fabbricati;
rapporti di copertura ed indici di edificabilità;
le destinazioni edilizie consentite;
le prescrizioni e le procedure per il recupero del
patrimonio edilizio esistente;
tutte le altre prescrizioni che il progettista
ritenga utili per una corretta sistemazione del territorio;
relazione preliminare sulle scelte urbanistiche
fondamentali e sugli indirizzi che sono stati assunti per la redazione del piano;
illustrazione generale ed analitica dello stato di
fatto (ambiente fisico, storia, demografia ed economia, attrezzature sociali e
tecnologiche, edilizia, traffico e comunicazioni);
indicazione dei principali problemi ed esigenze
consequenziali allanalisi dello stato di fatto, determinazione dei fabbisogni e
soluzione dei problemi riferiti ad un congruo periodo di tempo (nella Regione Sicilia tale
periodo é stabilito in venti anni);
illustrazione generale del progetto e dei criteri
adottati per le più importanti sistemazioni;
programma di attuazione e sua graduazione nel
tempo con particolare riferimento alle priorità per i piani urbanistici esecutivi e le
opere di pubblico interesse.
Nel caso in cui i Comuni intendono avvalersi della
facoltà di espropriare aree nelle zone di espansione, il progetto deve essere
accompagnato dai seguenti elaborati:
planimetria catastale nella quale sia indicato il
perimetro della zona da espropriare;
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piano finanziario contenente la stima sommaria dei beni da
espropriare, lindicazione dei mezzi finanziari per provvedere alla spesa e delle
relative garanzie che il Comune può offrire per l ammortamento dei mutui che
eventualmente intenda contrarre.
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