PILASTRI SOGGETTI A SFORZO NORMALE CENTRATO
Premessa e brevi richiami sulla teoria del
cemento armato
Fra le tante ipotesi su cui si fonda
la teoria del cemento armato, una delle più importanti consiste nella aderenza
tra l'acciaio ed il calcestruzzo. I due materiali possiedono un
coefficiente di dilatazione termica quasi uguale: 0,000012 l'acciaio e 0,000010
il calcestruzzo.
Pertanto, in un elemento strutturale
in c.a. soggetto a dilatazione termica non si determinano, di massima, stati
tensionali e reciprochi scorrimenti nei due materiali. La conseguenza
sostanziale di tale osservazione è che le deformazioni unitarie nell'acciaio (ea) e nel calcestruzzo (eb), in un elemento che si deformi
sotto carico, sono uguali:
ea = eb
(a)
e poiché in campo elastico entrambi
i materiali seguono la legge di Hooke che, come è noto, pone in relazione di
diretta proporzionalità gli sforzi e le deformazioni (s = E*e, essendo E il modulo di elasticità longitudinale o
modulo di Young), si avrà:
e
e dalla (a) si perviene alla relazione:
da cui si ottiene
dove "m" rappresenta il coefficiente di omogeneizzazione tra
l'acciaio ed il calcestruzzo che l'attuale regolamento pone uguale a 15.
Dalla relazione fondamentale soprascritta moltiplicando
entrambi i membri per un qualsiasi valore Aa di acciaio, si
ottiene:
La quantità dentro parentesi, al secondo membro, ci suggerisce che un'area
(mAa) di calcestruzzo è idonea ad assorbire lo stesso sforzo di un'area di
acciaio Aa collocata nella medesima posizione di questa. Ciò giustifica la
denominazione di coefficiente di omogeneizzazione attribuita ad "m"
che consente di trattare il cemento armato come un materiale omogeneo
costituito solo da calcestruzzo tanto nella zona compressa quanto nella zona
tesa, dove sostituisce l'acciaio nella sua posizione con un'area equivalente
pari ad "mAa".
Si ricorda che il modulo di elasticità longitudinale dell'acciaio vale Ea = 2.100.000 kg/cmq, mentre quello del
calcestruzzo, in assenza di sperimentazione diretta, vale .
Norme
regolamentari
1) tensioni ammissibili:
quando il lato minore del pilastro "s" risulta inferiore a 25
cm, la tensione ammissibile si riduce a:
2) pilastri a sezione rettangolare:
Acsn |
area di calcestruzzo strettamente necessaria |
Acsn = N/sb |
Ac |
area della sezione di calcestruzzo |
Ac = B*H |
Aci |
area ideale del calcestruzzo |
Aci = Ac + m Aa |
m |
coefficiente di omogeneizzazione |
m = 15 |
Aa |
armatura longitudinale |
Aa ³
0,8% Acsn |
|
|
0,3% Ac £
Aa £
6% Aa |
Aa min |
armatura longitudinale minima (una barra per ogni spigolo) |
4 F
12 = 4,52 cmq |
Ast |
armatura trasversale - staffe |
Fmin
³
6 mm |
|
|
Fmin
³
1/4 Fmax
barre longitudinali |
|
passo delle staffe |
p £
15 Fmin
barre longitudinali |
|
|
p £
25 cm |
NOTA: per i pilastri prefabbricati in stabilimento, i diametri minimi
delle barre longitudinali e delle staffe sono rispettivamente ridotti a 10 mm e
5 mm.
3) setti e pareti:
Per strutture in c.a. intese come setti e pareti. di importanza
corrente, sottoposte prevalentemente a sforzo assiale, quando la compressione
media risulti non superiore al seguente limite
essendo "s" lo spessore della parete e "s*b" la tensione ammissibile, si potranno
adottare per le armature da disporre su entrambe le facce le seguenti
limitazioni dimensionali:
barre longitudinali |
diametro minimo: |
Fmin = 8 mm |
|
interasse massimo: |
imax £
30 cm |
barre trasversali |
diametro minimo: |
Fmin = 5 mm |
|
interasse massimo: |
imax £
30 cm |
|
|
imax £
20 Fbarre
longitudinali |
elementi
di collegamento tra le due armature disposte su facce parallele: n. 6 per mq di
parete
4) pilastri cerchiati
Nelle strutture semplicemente compresse, armate con ferri longitudinali
disposti lungo una circonferenza e racchiusi da una spirale di passo non
maggiore di 1/5 del diametro del nucleo cerchiato, si può assumere come area
ideale resistente quella del nucleo, aumentata di 15 volte quella della sezione
delle barre longitudinali e di 30 volte quella della sezione di un'armatura
fittizia longitudinale di peso uguale a quello della spirale. L'area ideale
così valutata non deve superare il doppio dell'area del nucleo. La sezione
dell'armatura longitudinale non deve risultare inferiore alla metà di quella
dell'armatura fittizia corrispondente alla spirale.
A'a |
area fittizia di un'armatura longitudinale equipesante della spirale |
|
Ac |
area del nucleo cerchiato |
|
Aci |
area ideale del calcestruzzo |
|
D |
diametro esterno |
|
Limiti da osservare in fase di progettazione e verifica:
5) instabilità flessionale dei pilastri (pilastri caricati di
punta)
I fenomeni di instabilità flessionale devono essere presi in
considerazione per snellezze
essendo "Lo" la lunghezza libera di inflessione ed "i" il
corrispondente raggio di inerzia.
5.1) lunghezza libera di inflessione in funzione dei vincoli alle
estremità delle aste:
5.2) raggio minimo d'inerzia della
sezione
il raggio minimo di inerzia della sezione è uguale a:
essendo:
(momento di inerzia della sezione
omogeneizzata rispetto all'asse Xo-Xo
Aci (area ideale del calcestruzzo come sopra definita)
Nel caso in cui il pilastro si carica di punta, il progetto e la
verifica si effettuano amplificando il carico "N" per un coefficiente
"w"
tabellato in funzione della snellezza "l", per valori compresi tra 50 e 100.
I valori intermedi di "w" si ottengono per interpolazione
lineare.
Snellezze maggiori di 100 sono da considerare con particolari cautele di
progettazione e di calcolo.
La verifica viene eseguita nel piano di massima snellezza.
Snellezza |
Coefficiente di amplificazione "w" |
50 70 85 100 |
1.00 1.08 1.32 1.62 |
L'interpolazione lineare consiste nel
determinare le coordinate di un punto P(l; w) giacente su una retta passante per due
punti di note coordinate A(l1; w1) e B(l2; w2):
L'equazione della retta passante per i punti assegnati A e B, come è noto
dalla geometria analitica, si determina dalla similitudine dei triangoli APPo e
ABBo:
da cui si ricava: