Strumenti Urbanistici

Piani regolatori generali comunali - Giurisprudenza

In questa pagina sono riportate alcune sentenze organizzate per argomenti.

 

1) CONTENUTO DEL P.R.G. - (Art. 7, L. 1150/1942, modificato dall’art. 1, L. 1187/1968)

Consiglio di Stato, sez. IV, 19.01.1988, n. 9

Standards urbanistici
Reperimento nelle aree di riferimento

 

Gli standards di zona non devono essere necessariamente reperiti dal piano regolatore generale nelle zone di riferimento, perché i servizi pubblici possono operare anche a vantaggio degli abitanti di altre zone, aggiungendosi a quelli esistenti nelle medesime.

Consiglio di Stato, sez. IV, 19.01.1988, n. 9

Piano di lottizzazione non ancora perfezionato  Non è necessaria la motivazione sul pubblico interesse

 

L'autorità comunale non è tenuta ad esternare con ampia motivazione le risultanze dell'analisi delle ragioni di interesse pubblico che l'abbiano indotta a modificare le valutazioni e le scelte urbanistiche già effettuate in sede di pianificazione lottizzatoria quando l'iter procedimentale relativo al piano di lottizzazione non si sia ancora perfezionato con le necessarie delibere del Consiglio comunale e l'approvazione dell'organo competente, in quanto essa viene a sacrificare posizioni di soggetti privati non ancora qualificate.

Consiglio di Stato, sez. IV, 19.01.1988, n. 9

Scelte urbanistiche generali

L'ente pubblico non è tenuto a motivare le scelte urbanistiche generali, salvo che non vengano ad incidere su consolidate situazioni giuridiche.

Consiglio di Stato, sez. IV, 30.11.1988, n. 905

Illegittimità del sovradimensionamento degli standards urbanistici in assenza di motivazione

 

E' illegittimo il piano regolatore generale che prevede una dotazione di standards al di sopra dei minimi imposti dalla vigente legislazione, senza fornire alcuna motivazione in ordine alle particolari ragioni di pubblico interesse che impongano il sovradimensionamento, con sacrificio maggiore della proprietà privata.

Consiglio di Stato, sez. IV, 06.03.1989, n. 148


Quando ricorre la necessità di motivare le scelte urbanistiche

 

Il generale principio, secondo cui le scelte di piano contenute in strumenti urbanistici generali non devono essere analiticamente motivate, va contemperato con esigenze di tutela del privato, che impongono la motivazione delle scelte che, pur contenute in strumenti generali, si caratterizzino per la specifica incidenza, in senso peggiorativo per l’interessato, su una determinata situazione meritevole di particolare considerazione per la singolarità del sacrificio imposto o per la preesistenza di aspettative ingenerate nel privato, pur in assenza di una precedente lottizzazione convenzionata.

Consiglio di Stato, sez. V, 17.07.1991, n. 1021

Necessaria la motivazione in materia di deroghe

Nella motivazione degli atti pianificatori non è richiesta la puntuale enunciazione delle disposizioni che sono state osservate, dovendo semmai essere motivate le eventuali deroghe ammesse a tali precetti.

Consiglio di Stato, sez. IV, 13.05.1992, n. 511

Quando non ricorre la necessità di motivare il sovradimensionamento degli standards urbanistici

In sede di pianificazione del territorio, il superamento degli standards posti dal decreto ministeriale 2-4-1968, n. 1444 non comporta onere di motivazione da parte dell'Amministrazione, quando ne è minimo il divario.

2) ADOZIONE DEL PIANO REGOLATORE GENERALE (Art. 8, L. 1150/1942, modificato dall’art. 1, L. 765/1967)

Consiglio di Stato, Sez. IV, 11.06.1990, n. 464

Presenza dei progettisti in sede di adozione del piano

 

La presenza dei progettisti alla deliberazione di adozione della variante di PRG, giustificata proprio dall'esigenza di illustrare la variante sotto il profilo tecnico e di rispondere alle domande dei consiglieri comunali non invalida la deliberazione adottata, a meno che i progettisti siano andati al di là delle proprie competenze e cioè dei chiarimenti sulle scelte di pianificazione.

3) PUBBLICAZIONE DEL P.R.G. - OSSERVAZIONI - (Art. 9, L. 1150/1942)

Consiglio di Stato, sez. IV, 06.03.1989, n. 148

Non necessita la ripubblicazione del piano in seguito all'accoglimento di osservazioni

In sede di formazione dello strumento urbanistico, va esclusa la necessità di ripubblicazione del piano, allorché al seguito dell’accoglimento di osservazioni prodotte dai soggetti legittimati, il progetto originario di piano risulti modificato.

Consiglio di Stato, sez. IV, 06.03.1989, n. 148

Il Consiglio circoscrizionale è legittimato a presentare osservazioni

Il consiglio circoscrizionale, istituito nel Comune sulla base della legge 8-4-1976, n. 278, è legittimato a proporre osservazioni allo strumento urbanistico adottato ai sensi dell'art. 9 della legge 17-8-1942, n. 1150.

Consiglio di Stato, sez. IV, 10.08.1990, n. 601

Legittimità della deliberazione di adozione in mancanza di pubblicazione

La pubblicazione del piano adottato prevista dall'art. 9, della legge 17-8-1942 n. 1150, è adempimento estrinseco alla determinazione comunale di adozione del piano, per cui la sua mancanza non può costituire causa di illegittimità della deliberazione di adozione.

Consiglio di Stato, sez. V, 21.12.1992, n. 1543

Adempimento della Pubblicazione del decreto anche per estratto o sunto

L’onere di pubblicazione del decreto di approvazione del piano regolatore generale o di una sua variante è adempiuto mediante l’annuncio per estratto o per sunto.

4) APPROVAZIONE DEL PIANO REGOLATORE GENERALE
(Art. 10, L. 1150/1942, modificato da art. 3, L. 765/1967 e art. 1, L. 291/1971)

Consiglio di Stato, sez. IV, 22.06.1987, n. 375

Illegittima ingerenza della Regione nelle scelte pianificatorie del Comune

In un piccolo comune la destinazione di parte del territorio comunale a edilizia economica e popolare imposta d'ufficio dalla regione senza il concorso della volontà comunale costituisce una illegittima invasione della facoltà programmatoria riconosciuta dalla legge all’ente locale, atteso che solo per i comuni con notevole popolazione o che presentino determinate caratteristiche, nella specie non ricorrenti, l'ordinamento prevede l'obbligatorietà del piano edilizia economica popolare e i poteri sostitutivi di altre Autorità.

Consiglio di Stato, sez. IV, 21.06.1988, n. 553

Il parere motivato della Regione può legittimamente discostarsi da quello del Comune in materia di osservazioni

Il parere favorevole espresso dal Comune sulle osservazioni presentate dai privati sul piano regolatore adottato non vincola la Regione in sede di approvazione, posto che oggetto di quest'ultima è sempre il piano così come adottato originariamente e che appartiene soltanto alla regione, non al Comune il potere di modificarlo; sicchè legittimamente la prima, con adeguata motivazione, può discostarsi dal parere favorevole all'accoglimento delle osservazioni espresso dal secondo.

Consiglio di Stato, sez. IV, 13.05.1992, n. 525

Il parere, anche non motivato, della Regione può legittimamente discostarsi da quello del Comune in materia di osservazioni

Nel procedimento di formazione di uno strumento urbanistico generale, le deliberazioni espresse dal consiglio comunale sulle osservazioni dei privati ed in senso favorevole a queste sono un mero parere rivolto all'autorità competente per l'approvazione, la quale può sempre decidere dì approvare il progetto di piano così come originariamente adottato dal comune, senza che a tal fine occorra una specifica motivazione.

Consiglio di Stato, sez. IV, 05.10.1991, n. 775

Per i beni appartenenti al patrimonio indisponibile dello Stato, al fine di mutarne la destinazione urbanistica, è necessaria l'intesa con lo Stato.

E' illegittima l'approvazione da parte della regione di uno strumento urbanistico che muta la destinazione di un bene appartenente al patrimonio indisponibile dello stato senza previa intesa fra le due amministrazioni.

5) VARIANTI AL PIANO REGOLATORE GENERALE
(Art. 10, L.1150/1942, modificato da art. 3, L. 765/1967 e art. 1, L.291/1971)

Consiglio di Stato, sez. IV, 19.01.1988, n. 9

L'approvazione della Regione di una variante non autorizzata produce effetto di sanatoria

 

La carenza dell'autorizzazione preventiva alla variante di un piano regolatore generale deve ritenersi sanata dall'intervenuta approvazione della suindicata variante generale da parte dell'organo regionale competente al quale, per effetto dell'evoluzione legislativa in materia era stata attribuita anche la competenza alla preventiva autorizzazione, ben potendosi - in presenza di un'autorizzazione comunque esistente - valutare la rispondenza del mutamento di destinazione di zona a criteri informati al pubblico interesse, nella successiva conclusiva fase dell'approvazione regionale delle varianti.

Consiglio di Stato, sez. IV, 31.08.1988, n. 714

Necessità di motivazione per modificare una preesistente lottizzazione

 

L'onere di motivazione, nel caso di contrasto del piano regolatore con un piano di lottizzazione precedente deve intendersi, non nel senso che sia a tal fine sufficiente desumere una logica coerenza nella previsione urbanistica rispetto alle linee di programmazione, bensì nel senso che l'Amministrazione deve dare contezza di aver preso in considerazione la situazione precedente e a ragion veduta, di aver introdotto l'innovazione, sacrificando le posizioni degli interessati.

Consiglio di Stato, sez. IV, 27.12.1988, n. 1083

Legittimità del mutamento di destinazione urbanistica di un singolo bene

Lo jus variandi è connaturale al potere di programmazione urbanistica e non incontra limiti nella ampiezza dell’area in questione, ma solo nella necessità che la nuova destinazione impressa al singolo bene, qualunque siano le dimensioni di questo, sia la risultante di una scelta di carattere generale.

Consiglio di Stato, sez. IV, 15.06.1990, n. 493

Necessità di motivazione per modificare una preesistente lottizzazione

Lo strumento urbanistico vigente può essere modificato anche se importa il sacrificio di posizioni attive di soggetti privati, derivanti da lottizzazioni approvate ed efficaci, purché l’Autorità urbanistica fornisca una idonea motivazione sulle prevalenti ragioni di interesse pubblico, giustificative delle nuove scelte urbanistiche.

Consiglio di Stato, sez. V, 05.12.1991, n.1355

Distinzione fra varianti essenziali e modificazioni

Costituiscono varianti essenziali del piano regolatore generale quelle che modificano la rete delle principali vie di comunicazione, la divisione in zone del territorio comunale, i vincoli e caratteri delle varie zone e le norme tecniche di attuazione; sono modificazioni, invece, quelle che non incidono sui criteri informatori del piano.

Consiglio di Stato, sez. IV, 13.01.1992, n. 52

Necessità di motivare le finalità della variante

La variante di uno strumento urbanistico, il cui scopo è quello di permettere al Comune di far fronte ad esigenze di modifiche nell’assetto del territorio, richiede che di dette esigenze venga dato conto con una motivazione che permetta di comprendere le linee direttrici dell’intervento e che queste, poi, siano in logica connessione con la scelta relativa alla nuova zonizzazione.

Consiglio di Stato, sez. IV, 13.05.1992, n. 511

Quando necessita una motivazione specifica alla variante

In sede di pianificazione generale o di variante generale il Comune ha la facoltà ampiamente discrezionale di modificare le precedenti previsioni senza obbligo di specifica motivazione per le singole zone o aree a destinazione innovata purchè fornisca una motivazione di carattere generale congrua sulle necessità che si è inteso affrontare e purchè non sussista un affidamento del proprietario sull'edificabilità dell'area, nel quale ultimo caso occorre una motivazione adeguata alla particolare situazione.

6) STANDARDS URBANISTICI (D.M. 02.04.1968, n. 1444)

Consiglio di Stato, sez. IV, 20.11.1987, n. 703

Illegittimità della delibera che modifica le distanze minime previste dal D.M. 1444/1968

E’ illegittima la deliberazione di modifica alle norme del piano di edilizia economica e popolare che, fissando in m. 4 la distanza degli edifici dal confine del lotto, consente che la distanza tra un edificio con parete finestrata e I’antistante edificio sia inferiore ai m. 10 prescritti come distanza minima dall’art. 9 del decreto ministeriale 2-4-1968.

Consiglio di Stato, sez. IV, 19.01.1988, n. 9

Non è sindacabile la determinazione degli standards urbanistici

Le scelte inerenti alla determinazione degli standards costituiscono tipi di esplicazione di potestà tecnico-discrezionale dell'organo competente all'approvazione e all'adozione degli strumenti urbanistici ed in quanto tali sono nel merito insindacabili in sede giurisdizionale.

Consiglio di Stato, sez. IV, 19.01.1988, n. 9

Standards urbanistici
Reperimento nelle aree di riferimento

"Gli standards di zona non devono essere necessariamente reperiti dal piano regolatore generale nelle zone di riferimento, perché i servizi pubblici possono operare anche a vantaggio degli abitanti di altre zone, aggiungendosi a quelli esistenti nelle medesime.

Consiglio di Stato, sez. IV, 30.11.1988, n. 905

Illegittimità del sovradimensionamento degli standards urbanistici in assenza di motivazione

 

E' illegittimo il piano regolatore generale che prevede una dotazione di standards al di sopra dei minimi imposti dalla vigente legislazione, senza fornire alcuna motivazione in ordine alle particolari ragioni di pubblico interesse che impongano il sovradimensionamento, con sacrificio maggiore della proprietà privata.

Consiglio di Stato, sez. IV, 13.05.1992, n. 511

Quando non ricorre la necessità di motivare il sovradimensionamento degli standards urbanistici

In sede di pianificazione del territorio, il superamento degli standards posti dal decreto ministeriale 2-4-1968, n. 1444 non comporta onere di motivazione da parte dell'Amministrazione, quando ne è minimo il divario.

7) IL REGIME VINCOLISTICO (L. 17.08.1942, n. 1150 - L. 19.11.1968, n. 1187)

Consiglio di Stato, sez. IV, 07.04.1989, n. 220

Il termine quinquennale di durata si riferisce a tutti i vincoli di piano

L'art. 2, primo comma, della legge 19-11-1968, n. 1187, che prevede la durata quinquennale dei vincoli che comportano l'inedificabilità dei suoli, si riferisce a tutti i vincoli di piano, senza possibilità di distinzione tra vincoli sostanziali e strumentali, tra i quali rientra la subordinazione dell'edificabilità di un'area alla formazione di un piano esecutivo.

Consiglio di Stato, sez. IV, 28.02.1992, n. 226

Allo scadere dei vincoli urbanistici, il Comune deve porre una nuova disciplina urbanistica

 

La scadenza dei vincoli urbanistici per effetto del decorso del termine quinquennale di cui alla legge 19-11-1968, n. 1187, comporta per il comune l'obbligo di porre una nuova disciplina urbanistica, non essendo esaustiva, anche per il suo carattere di provvisorietà, la previsione di edificazione prevista dall'art. 4, ultimo comma, della legge 28-1-1977, n. 10.

Consiglio di Stato, sez. IV, 13.05.1992, n. 511

Ripristino della validità dei vincoli in seguito a sentenza

L'annullamento in appello della pronuncia di primo grado, che ha dichiarato illegittimi i vincoli espropriativi posti dallo strumento urbanistico generale, fa rivivere detti vincoli a partire dalla sentenza di appello per il rimanente periodo quinquennale di validità degli stessi.

Corte di Cassazione civile, sez. unite, 15.10.1992 n. 11257

Quando ricorre la possibilità di ricorrere davanti al giudice ordinario

 

La legge 19-11-1968, n. 1187, recante modificazioni ed integrazioni alla legge urbanistica del 17-8-1942, n. 1150, conferisce ai Comuni, in via permanente, il potere di imporre, con i piani regolatori generali, vincoli di destinazione di tipo espropriativo, anche in assenza della previsione di indennizzo, salvo l'obbligo, a pena di inefficacia dei vincoli stessi, di approvare nel quinquennio gli strumenti urbanistici di attuazione suddetti, con la conseguenza che, rispetto all'attività di imposizione dei vincoli senza indennizzo, il proprietario interessato è titolare di situazioni aventi la consistenza dell'interesse legittimo e tutelabili in sede di giurisdizione generale di legittimità, escludendosi che l'attività stessa, anche in caso di reiterazione di vincoli scaduti, sia configurabile come espletata in assoluta carenza di potere, così da fondare diritti soggettivi, di contenuto risarcitorio, tutelabili davanti al giudice ordinario.
8) IMPUGNAZIONE DEL P.R.G.

Consiglio di Stato, sez. IV, 31.08.1988, n. 714

Ammissibilità del ricorso tempestivamente notificato al Comune e solo successivamente alla Regione

E' ammissibile il ricorso avverso il piano regolatore tempestivamente notificato al Comune e solo in secondo tempo (oltre il termine) notificato alla Regione.

Consiglio di Stato, sez. IV, 10.08.1990, n. 601

Immediata impugnabilità del piano

E' immediatamente impugnabile la deliberazione comunale di adozione del piano regolatore.

Consiglio di Stato, sez. IV, 13.05.1992, n. 511

Impugnabilità di ogni parte del piano

Il piano regolatore generale, una volta approvato definitivamente, è direttamente impugnabile da parte di ogni interessato in relazione ad ogni vizio ipotizzabile (anche se determinatosi nella fase dell'adozione).